Emanuele Franco è nato a Manduria nel 1960. Dopo aver frequentato studi classici ed essersi laureato in lettere, ha intrapreso la carriera dell’insegnamento nell’ambito delle discipline letterarie.

Estimatore di arte e di immagine, ha avuto esperienze lavorative nel settore pubblicitario e della comunicazione. Da sempre in casa vede circolare immagini e fotocamere, a tredici anni riceve in regalo la sua prima macchina fotografica, una Polaroid, e comincia a usarla per descrivere luoghi, oggetti e situazioni che suscitano la sua curiosità.

A diciassette anni, insieme al padre appassionato di storia locale, comincia a documentare l’architettura rurale del territorio. Dopo aver fatto nello stesso periodo esperienza di camera oscura con il bianco e nero, ha sospeso l’attività fotografica per oltre venticinque anni.

Escludendo le tipiche occasioni familiari e di viaggio, ha ripreso effettivamente a scattare nel 2008 con una nuova e diversa consapevolezza, orientata a concepire la fotografia sia come mediatore espressivo e strumento linguistico, sia come mezzo per la ricerca personale e antropologica.

In questi anni ha esposto in numerose mostre collettive locali in provincia di Taranto e Lecce e si è aggiudicato alcuni premi fotografici in concorsi locali; sue fotografie e progetti sono stati pubblicati su saggi, riviste e siti Internet (Meridiani, Il Fotografo, FotoCult, Note fotografiche, Backlight Magazine, Diners, La Repubblica, ecc.). Nel novembre 2014 ha esposto il suo lavoro “Silenzio in aula” in una personale presso la Fabbrica del vapore a Milano. Lo stesso lavoro è stato esposto a Bari nel 2015, in occasione del fotofestival organizzato dal Museo della fotografia del Politecnico, e in altri contesti in provincia di Taranto e Lecce. Da giugno a settembre 2017 ha esposto alcuni scatti sul tarantismo a Laarne (Belgio), nella collettiva di cinque fotografi europei “Betover(en)d dedicata alle nuove forme di stregoneria.

Suoi ambiti di interesse sono il paesaggio antropizzato, la street photography e il ritratto; attualmente lavora ad alcune serie fotografiche e progetti di taglio sociologico e antropologico.

Oltre a fotografare, studia teoria, cultura fotografica e tiene corsi e incontri sulle tecniche fotografiche; è animatore di seminari e conversazioni su alcuni autori e temi di discussione sul linguaggio fotografico e sulla fotografia del territorio.